Comune di Roma

Sovraintendenza Comunale BB.CC.

Luca Sasso D’Elia formaromae@comune.roma.it

La Nuova F.U.R. – Il lavoro della Sovraintendenza Comunale

 

In attesa che la "Commissione per la Nuova Forma Urbis Romae" elaborasse il progetto esecutivo e varasse un "progetto pilota" che coinvolga l’ università, la Soprintendenza Statale, quella Comunale, studiosi e istituti di ricerca , la Sovraintendenza Comunale ha iniziato ad informatizzare a tappeto i dati disponibili presso i suoi archivi, nonché alcuni tra i fondi bibliografici più importanti.

Quello che segue non è altro che l’elenco dei lavori avviati ed il loro stato di avanzamento:
 
bulletI Registri dei Trovamenti della Sovraintendenza Comunale

Si sono schedate circa 11.300 notizie di ritrovamenti che coprono un arco temporale dal 1872 al 1950.

Con il medesimo data–base si è iniziata la schedatura del Rapporti degli Ispettori; si sono realizzate 625 schede che coprono un arco temporale tra il 1872 ed il 1935.

Restano da schedare, al fine di informatizzare completamente l’archivio della Sovraintendenza, tutti le relazioni degli ispettori non riportate sui Registri dei Trovamenti e raccolte, ma non ordinate, in oltre una cinquantina di faldoni; queste relazioni coprono un arco cronologico dall’inizio del XIX secolo ad oggi.

La scheda del data base, composta di una sola pagina, presenta le seguenti voci: numero del volume, numero di pagina, data, luogo, autore, testo, osservazioni, identificativo notizia, spazio per l'inserimento dello schizzo. Vi è inoltre una finestra a campi ripetuti per inserire il tipo di oggetto rinvenuto e relativo numero di inventario.

I testi delle notizie sono stati copiati integralmente; sono state copiate, inoltre, tutte le note aggiunte nelle epoche successive, sono stati scansiti tutti gli schizzi e i disegni presenti nelle pagine, sono state trascritte tutte le epigrafi, anche quelle frammentarie.

Questo data-base, realizzato in Access è stato concepito in modo tale da poter essere una normale schedatura di documenti d’archivio relativi a ritrovamenti (si sono, infatti, selezionati del data–base generale un certo numero di campi dalla ben più ampia e complessa tabella per le notizie di archivio); esso è direttamente collegato e collegabile alle schede dei monumenti del data base generale della F.U.R.

Inoltre, attraverso l’analisi dei numeri ritrovati a fianco delle notizie di ritrovamenti di reperti mobili, il data base consente di avviare una ricerca presso i "Registri di Ingresso" dei Musei Capitolini, dell’Antiquarium Comunale, etc.. al fine di "ricontestualizzare", materiali e complessi.

L’archivio disegni della Sovraintendenza Comunale

Il data base in Access, realizzato per schedare l’archivio disegni della Sovrintendenza Comunale (ex Archivio della X Ripartizione), consta di una pagina e di un certo numero di campi selezionati dalla più ampia tabella per la schedatura delle immgini del data - base generale.

I campi della tabella sono: numero di inventario, dimensioni del disegno, scala, autore, data esatta del disegno, data approssimativa del disegno, note presenti sul disegno, regio di appartenenza del monumento, collocazione, numero di copie, supporto, tipo di disegno, nome (del file immagine collegato).

Ci sono, inoltre, due finestre a campi ripetuti che consentono di collegare il disegno schedato con i toponimi e/o con l’eventuale serie dei disegni a cui l’immagine schedata appartiene.

È previsto poi il collegamento diretto con il file immagine acquisito mediante scansione.

Il data base consente di collegare i disegni ai monumenti del data base generale.

Si sono acquisite 2000 schede, per completare l’archivio andranno informatizzati circa altri 1000 disegni.di cui si prevede di affidare il nuovo incarico entro quest’anno.

Le immagini, disomogenee per formato, supporto, tecnica ed attendibilità sono state acquisite in formato raster; sono per ora collegabili al data base generale attraverso i toponimi e le denominazioni dei monumenti e, quindi, consultabili come apparato documentario.

Per i rilievi planimetrici in scala si procederà, poi, alla vettorializzazione ed al posizionamento georefenziato, preferibilmente sulla cartografia "d’epoca" già vettorializzata.

Più complesso, e quindi da rimandare ad un secondo momento, sarà il posizionamento degli schizzi misurati.

bullet La schedatura bibliografica

Si è affidato il lavoro di schedatura a tappeto di tutti i volumi del Bullettino Comunale, di Notizie degli Scavi e dei Mélanges de l’Ecole Française a Rome.

Il lavoro è stato eseguito per circa la metà.

La scheda per le "Riviste", realizzata in Access è strutturata in due tabelle: la prima viene utilizzata per la scheda madre con la quale si scheda la rivista; la seconda per la schedatura dell’articolo. Le voci della scheda madre sono: nome della rivista, luogo di edizione, abbreviazione ufficiale; i campi della scheda del singolo articolo sono: autore, titolo, pagine e tavola, soggetto, riassunto, reperibilità, disponibilità in sede, anno, numero, nome dello schedatore; qualora si inserisca la scheda dell’ articolo traendola semplicemente da altra bibliografia va segnata la casellina "da vedere".

La seconda pagina, nella quale solo ripetuti i campi "autore" e "titolo" comprende una finestra contenente il testo integralmente acquisito attraverso scansione ed OCR.

Si accede a questa finestra attraverso un tasto della prima pagina.

Si è scelto questo sistema di acquisizione integrale per evitare di perdere dati nella sintesi e per poter effettuare qualsiasi ricerca nel testo.

Sempre partendo da un tasto della prima pagina è possibile immettere, e quindi visualizzare, tutte le immagini (foto e disegni) collegate ai singoli articoli.

Le immagini sono acquisite in formato raster..

Le schede sono collegate ai monumenti ed ai toponimi del data - base della FUR.

 

bulletSchedatura degli Archivi

Si è avviata una schedatura d’archivio comprendente parte di alcuni fondi dell’Archivio di Stato in Roma, che erano già disponibili in copia presso la nostra Sovraintendenza, il lavoro è in corso di completamento. Sono state inserite circa 750 schede riguardanti il tutto il territorio comunale del Fondo Ministero lavori pubblici, Commercio, Agricoltura,….Antichità, Sez. V. Titolo I, Art. 5 – Antichità. Si stanno ora inserendo le immagini relative.

Nel corso di una collaborazione con la Terza Università, Facoltà di Architettura, si è completata la vettorializzazione della pianta del Nolli e la schedatura di circa 1500 documenti riguardanti gli edifici di Roma nel XVIII sec. ed agli inizi del XIX. La schedatura, comprensiva di un riassunto del testo e dell’intero corredo di immagini è molto utile per posizionare in pianta quei cambiamenti che avvennero nel tessuto urbano tra "la pianta del Nolli" ed il Catasto gregoriano. I fondi schedati per ora sono: Lettere Patenti; Titolo 54; Chirografi pontifici.

Le cartografie Disponibili

 

L’ impianto del GIS può contare attualmente su diverse cartografie che coprono l’ intero territorio compreso nelle mura aureliane e che sono tra di loro sovrapponibili:

bulletBase fotogrammetrica e catastale del centro storico del 1991

 

E’ disponibile in formato vettoriale divisa in numerosissimi layers (anche non attinenti all’ archeologia dal momento che viene utilizzata dall’ intera amministrazione) la scala di riferimento è circa1:1000/1:500 in quanto è abbastanza disomogenea la distribuzione dei punti a seconda delle zone; i punti quotati e le particelle catastali sono stati recentemente aggiornati per utilizzarla come supporto principale del G.I.S. della nuova F.U.R..

In essa è già stata compiuta una prima operazione di omogeneizzazione geografica tra i fogli del catasto (proiezione Cassini Soldner) e quelli del fotogrammetrico (proiezione Gauss – Boaga) che costituiscono livelli diversi ma sovrapponibili dello stesso documento cartografico.

In un prossimo futuro è prevista l’ integrazione e l’ aggiornamento sulla base della nuova cartografia vettoriale della città di Roma in corso di realizzazione da parte del consorzio Cartesia la cui scala di riferimento per il centro storico dovrebbe essere 1:2000.

bulletLa F.U.R del Lanciani

 

Non era pensabile avviare una nuova carta archeologica del centro storico senza prima acquisire i preziosissimi dati raccolti dal Lanciani. La pianta è stata vettorializzata e scomposta in 11 livelli corrispondenti nella cartografia originale a:

bulletrosso per la città mediovale e moderna;
bulletazzurro per la città contemporanea;
bulletnero per la città di età imperiale nota da fonti;
bulletnero campito per gli edifici antichi ritrovati;
bulletnero campito a tratteggio ;
bulletocra rossa (rosso più nero) per la città di età repubblicana;
bulletazzurro per le acque;
bulletnero tratteggiato (ricostruzione ipotetica) ;
bulletrosso tratteggiato (ricostruzione ipotetica) ;
bulletpendii rossi, scarpate rosse e cave rosse ;
bulletpendii neri, scarpate nere e cave nere.

La ricomposizione delle 46 tavole per formare un continuum territoriale è risultata però impossibile a causa degli errori contenuti nel documento originale la cui correzione avrebbe causato troppe deformazioni. Si è deciso quindi di operare georeferenziando zone limitate e coerenti (formate da più tavole fino ad un massimo di 6) che risultano meglio sovrapponibili alla cartografia attuale.

bulletLa pianta del Nolli

Come precedentemente ricordato, nel corso di una collaborazione con la Terza Università, Facoltà di Architettura, si è completata la vettorializzazione della pianta del Nolli; per quanto il documento sia originariamente suddiviso in numerose tavole la sua ricomposizione non ha creato i problemi sopra ricordati per la pianta del Lanciani ed anzi è possibile sovrapporre questa cartografia a quella attuale senza eccessive deformazioni. Per una maggiore leggibilità la pianta è stata suddivisa in 10 livelli corrispondenti alle categorie distinguibili attraverso l’ esegesi dei tratti grafici della carta.

bulletLA CARTA GEOLOGICA DI ROMA
 
Si tratta di un G.I.S. funzionante, progettato e realizzato dal prof. Funiciello per il Comune di Roma che, grazie al posizionamento georeferenziato e quotato di tutti i carotaggi e saggi geologici effettuati nel territorio romano, ha consentito di ricostruirne l’assetto degli strati geologici e, quello che più importa alla F.U.R., di posizionare ad esempio gli strati di "materiale di scarto" (la terminologia geologica considera così gli interri artificiali!), del paleotevere etc.
Il lavoro è stato accompagnato, per le sole zone del Velabro e di Largo Argentina, da una analisi pedologica, preceduta da carotaggi ad hoc, eseguita del prof. Hammerman.
Gli strati di antropizzazione riconosciuti saranno posizionati su layers di approfondimento del GIS predisposto dal prof. Funiciello.

Indubbiamente, anche in questo caso, andrà predisposta una schedatura apposita in un data – base che possa colloquiare con il più generale data–base F.U.R.

Al termine di questo lavoro, si potrà arrivare alla sovrapposizione delle le singole fasi stratigrafiche ai layers della cartografia dei monumenti ed ottenere confronto di dati significativi.

 

bulletIl centro di Documentazione Forma Romae

Tutti i dati fin qui elencati sono consultabili quotidianamente da parte degli studiosi ma anche del pubblico in generale presso il Centro di Documentazione Forma Romae in via del Teatro di Marcello n. 5 a Roma. Questo centro vuole essere il contributo più importante della Sovraintendenza Comunale sulla via di una nuova Forma Urbis in quanto rappresenta indubbiamente un punto di riferimento per tutte le ricerche attinenti alla topografia antica della città.

Problematiche aperte

E’ superfluo sottolineare come nonostante gli ingenti investimenti ed un lavoro che dura ormai da alcuni anni siamo appena all’ inizio del cammino, la stessa banca dati costruita con architettura aperta ci testimonia che il lavoro non avrà mai fine poiché sarà sempre arricchito da nuove scoperte, ipotesi e interpretazioni.

Restano importanti problematiche aperte i cui echi sono giunti anche nel dibattito di questo convegno e costituiscono terreno di confronto tra tutti gli interessati a contribuire alla creazione della nuova F.U.R.

Ad esempio per definire le realtà oggetto della ricerca è stato proposto di operare con tre categorie [Visibile-invisibile/Noto-Ignoto/Posizionabile-Non posizionabile] che ingenerano ambiguità e non sono certo funzionali ad un G.I.S. Questo infatti per sua natura gestisce oggetti omogenei posizionati con coordinate spaziali. Non può esservi alcuna omogeneità (dal punto di vista del posizionamento) tra oggetti la cui posizione è certa , incerta o ignota. Se si vuole che il sistema mantenga una sua coerenza logica occorre disporre su classi diverse gli oggetti aventi diverso grado di posizionamento ed utilizzare esclusivamente le relazioni spaziali per collegarli tra loro. Il fatto poi che a tali oggetti si possa o meno attribuire un nome [Noto- Ignoto] e che siano visibili o meno sono altrettante caratteristiche del tutto irrilevanti dal punto di vista della struttura dei dati (ovviamente non da quello della conoscenza), si tratta infatti di due tra le decine di attributi di un oggetto/monumento (fotografato–non fotografato, vincolato–non vincolato ecc.) che tutti insieme costituiscono il patrimonio informativo.

Un’ altra perplessità sollevata, in linea di principio assolutamente condivisibile, è quella della necessità di di inserire i dati di scavo ed i singoli setti murari tra gli oggetti presi in considerazione dalla banca dati. Tale istanza è tecnicamente possibile predisponendo relazioni con database a scala di dettaglio, ciò che invece presenta indubbiamente notevoli difficoltà è modificare la scala del database di riferimento e ciò per due ordini di motivi:

  1. Quantità di dati da gestire
  2. Coerenza dei dati disponibili.

Riguardo al primo punto la seguente tabella è riassuntiva degli oggetti da georeferenziare e inserire nel G.I.S. nel caso in cui la scala sia quella delle presenze/monumento/isolato [1:500/1:2000]:

Stimati

Ipotetici / massimi

Presenze/monumeti/isolati

25.000

50.000

Toponimi

5.232

30.000

Immagini

70.000

100.000

liks

325.580

525.000

Se si vuole effettuare un salto di scala, le attività non rappresentano una logica alternativa poiché una medesima US (muraria o no) può, sia pure con funzioni cambiate, compartecipare a più attività, questo provocherebbe duplicazioni ed ambiguità nei dati e sposterebbe fortemente la caratterizzazione della banca dati da database di oggetti immobili a data base di eventi con tutte le complicazioni del caso.

E’ necessario quindi assumere come unità minima la US muraria (o la U.S.) e ciò sarebbe veramente efficace dal punto di vista della conoscenza, tuttavia è evidente dalla tabella sottostante che il problema quantitativo, anche a non voler considerare i costi proibitivi, sarebbe ai limiti delle tecnologie oggi esistenti:

Stimati

Ipotetici / massimi

US murarie / US

625.000

1.250.000

Immagini

1.400.000

2.000.000

Toponimi

5.232

30.000

liks

5.825.580

8.950.000

Inoltre, riguardo alla coerenza c’è da notare che in quest’ ultima ipotesi potrebbero esistere nella banca dati solo gli oggetti complessi (scavi monumenti ecc.) di cui si conosce esattamente la scomposizione in unità elementari (US murarie ed US) per cui in pratica non ci sarebbe alcun quadro generale ma solo poche informazioni distribuite a macchia di leopardo.

Infatti ciò che è più importante in una banca dati (ma del resto anche in un corpus) non è il livello di approfondimento massimo delle informazioni e neanche quello medio ma il livello minimo di cui si può garantire l’ omogeneità e la completezza.

 

Modello dati - criteri generali

Si è scelto di agire in modo orizzontale sull’ intero tessuto cittadino evitando approfondimenti e studi settoriali che storicamene hanno provocato i ritardi da più parti lamentati.

E’ stata definita una architettura aperta del modello di dati per disporre di uno strumento flessibile che possa adattarsi alle esigenze della ricerca e svilupparsi nel tempo supportando sia approfondimenti che utilizzi imprevisti dei dati; dal punto di vista tecnico poi, la separazione dei dati dal programma consente di poter gestire la stessa base di dati con più applicativi diversi, anche contemporaneamente.

La scelta della "scala"

Per quanto paradossale possa sembrare in un sistema G.I.S. che per sua natura non ha scala essendo i dati visualizzabili in qualunque scala di riduzione, tuttavia il problema di definire il livello di analisi è di primaria importanza. Nella cartografia tradizionale infatti era il rapporto di scala a determinare quanto ci si dovesse avvicinare agli oggetti da rappresentare e quale ne dovesse essere il dettaglio mentre in un sistema G.I.S. occorre stabilirlo con precisione per evitare pericolose disomogeneità tra i dati.

La nostra riflessione è partita quindi da alcuni capisaldi:

bulletLa realtà oggetto della ricerca è la città e i suoi monumenti

Di conseguenza la "scala" da adottare è quella topografica; in altre parole si è scelto di studiare e descrivere murature, edifici, strade, ecc. trascurando entità archeologiche di dimensioni più ridotte nel tempo e nello spazio (unità stratigrafiche) o sistemi più complessi (quartieri, aree suburbane ecc.) Le considerazioni sopra esposte sulle dimensioni previste della banca dati hanno indubbiamente condizionato la scelta.

bulletTale scelta se misurata col metro della riproduzione cartografica corrisponde alle scale tra 1:500 e 1:5.000 ca.
bulletLa proiezione cartografica ci obbliga a rappresentare in scala su due dimensioni oggetti che nella realtà ne hanno tre anzi nel nostro caso quattro (considerando anche la dimensione tempo) ciò può creare dei problemi risolvibili ricorrendo alla stratificazione della cartografia (livelli) tuttavia la coerenza impone di rappresentare solo oggetti realmente esistenti nello spazio.

Pertanto, all’ interno della scala individuata tutti gli oggetti che avessero tre dimensioni nello spazio sono stati denominati presenze e collegati in modo biunivoco con la loro rappresentazione spaziale.

Tutti gli altri dati od oggetti ad essi collegabili attraverso legami non spaziali ( ad esempio la bibliografia o la iconografia ecc) sono stati messi in relazione con le presenze attraverso collegamenti di tipo logico.

La struttura relazionale rappresenta quindi nessi di natura logica, temporale, gestionale ecc. mentre il G.I.S. rappresenta quelli legati allo spazio.

Il programma URBS

Tutti i dati e le cartografie precedentemente illustrate sono gestiti dal programma URBS giunto ormai alla versione 5.0 in esso sono già presenti le schede di tutti i monumenti citati nel Lexicon Topographicum Urbis Romae (voll. 1-3) e si stanno approfondendo alcune zone a titolo sperimentale per verificare la funzionalità del sistema.

Sono state registrate finora circa 977 presenze delle quali quasi un terzo cartografate.

In esso confluiscono anche tutti i nuovi dati che emergono dai cavi stradali per pubblici servizi sia sotto forma di foto che di rilievi che di nuove schede.

Le disponibiltà di bilancio limitate non consentono per il momento una programmazione per zone che arrivi a coprire l’ intera città, tuttavia proprio nell’ ambito del Centro di documentazione Forma Romae, è auspicabile che con il contributo della Soprintendenza Archeologica di Roma e di tutti gli studiosi interessati si cristallizzi a poco a poco in una banca dati la conoscenza condivisa della topografia storica della città.

Luca Sasso D’Elia