RILIEVO DEL PERISTILIO INFERIORE DELLA DOMUS FLAVIA

In previsione di una campagna di pulizia e restauro del monumento è stato da noi e dalla dott.ssa La Torre eseguito  un rilievo in scala 1:50 del peristilio inferiore della Domus Flavia. Durante l'esecuzione dei rilievi e dello studio analitico, ancora in corso, sono emersi alcuni spunti che hanno reso  necessaria una revisione critica ed un cambiamento di prospettive nello studio del complesso (fìg. 1).

Sebbene il peristilio sia stato oggetto di scavi fin dal secolo XVIII come testimoniano il Bianchini ed il Guattani scarse sono le notizie che ricaviamo da tali pubblicazioni: valgono come esempio le piante ricostruttive delineate da entrambi gli studiosi, in gran parte distanti dalla realtà dei resti.

La maggior parte delle notizie e delle teorie,che sono ormai patrimonio della conoscenza del monumento, derivano dal Bartoli che, negli anni dal 1929 al 1938, scavò e restaurò per intero il complesso. Anche il lavoro della Wataghin-Cantino, la più recente monografia, ripropone ed amplia le teorie già enunciate dal Bartoli e dal Lugli e riprese nei principali manuali di topografìa  ed architettura romana: ad esempio la divisione tra casa pubblica {Domus Flavia}, progettata da Rabirio ed esempio delle nuove ed ardite concezioni spaziali dell'architettura flavia, e casa privata {Domus Augustana} opera di una personalità meno spiccata.

Una tale impostazione è quanto meno prematura poiché priva di qualsiasi prova oggettiva fornita dai resti e basata unicamente sul confronto di due «stili architettonici» che si presuppongono diversi senza in realtà conoscerne le caratteristiche tecniche antiche. 

Fig. 2 - Veduta del muro di fondo del corridoio si nota chiaramente come le strutture del peristilio si siano appoggiate alle fondazioni degli edifici del piano superiore sottofondandole parzialmente.

A questo proposito si è potuto ad esempio notare che l'intero peristilio è inserito all'interno delle fondazioni delle soprastanti strutture (fig. 2) appoggia, a testimoniare una posteriorità di progetto e di esecuzione; saranno quindi da rivedere la datazione e la delimitazione tra Domus Flavia come complesso di rappresentanza e Domus Augustana semplice palazzo di abitazione, finora canoniche. Un altro dato estremamente significativo è emerso da una ricerca di archivio, inspiegabilmente trascurata dai precedenti studiosi, che ha permesso di riconoscere un imponente intervento di restauro,operato dal Bartoli tra il 1932 ed il 1938, che ha completamente falsato l'aspetto che avevano le strutture all'atto delle scavo. Valga come esempio il confronto tra le foto n. 3 e 4 relative alla facciata sud del peristilio e tra le foto n. 5 e 6 per quanto riguarda le ricostruzioni operate dal Bartoli.

Fig. 3 - La facciata nord del peristilio prima dei restauri del Bartoli.

Fig. 4 - Veduta della facciata nord del peristilio dopo i restauri, sono stati asportati i due speroni di muratura ai lati della porta centrale, ed è stata eliminata tutta la parte superiore del muro; le due porte ai lati degli ingressi principali delle sale ovest sono state trasformate in finestre.

 Fig, 5 - La facciata orientale del peristilio prima dei restauri del Bartoli.
6 - La facciata orientale a restauri avvenuti, i muri della  stanza del corridoio meridionale appaiono completamente ricostruiti.
Il massiccio lavoro non si è limitato sovente a consolidare strutture pericolanti o a ricostituire continuità murarie e cortine laterizie, ma in alcuni casi ha dato un aspetto organico, inesistente all'atto dello scavo, alzando muri per notevoli altezze (talvolta anche di 4 metri) ricostruendo porte e finestre, gettando volte di cui non era conservata l'imposta ne deducibile la morfologia. Vennero inoltre asportate quasi tutte le testimonianze delle fasi successive e talvolta anche particolari della fase originaria, oggi documentati solo dalle vecchie fotografie. Tutti questi elementi e quelli ancora oggi osservabili sulle murature superstiti impongono quindi un nuovo momento di studio e di riflessione nella coscienza di quanto sia povera la nostra cognizione del monumento e quanto inadeguate siano le teorie ed ipotesi finora avanzate; esclusivamente dal proseguimento dei lavori di rilievo e di studio dell'intero complesso potrà venire una definizione dei problemi e degli aspetti del monumento e, forse, un sua nuova collocazione nell'ambito dell'architettura romana.

Luca D'ELIA, Susanna Le pera Buranelli

1 II lavoro ci è stato affidato dalla dott.sa L. I. lacopi alla quale esprimiamo la più viva riconoscenza per l'opportunità offertaci di studiare un complesso cosi importante per la comprensione della topografìa romana. Un sentito ringraziamento rivolgiamo al prof. C. F. Giuliani per il costante interessamento con cui ha seguito le fasi del lavoro.

 

2 E. Bianchini, Del Palazzo dei Cesari, Verona, 1738.

3 G. A. Guattani, Monumenti antichi inediti. Roma, 1785, pp.23-30; 51-53; 59-60 e tavv. agg.

4 A Bartoli, Scavi del Palatino Domus Augustana. ir N-pp.3-29.
5 G. Wataghin-Cantmo, La Domus Augustana, To'.-
6 A. Bartoli, Domus Augustana, Quaderni dell'Is. Romani, 1938.
7 Lugli, Centro, p. 509 ss.